Con l’arrivo delle giornate torride e il forte innalzamento delle temperature, il rischio di patologie legate al caldo aumenta in modo significativo. Tra le più comuni, e spesso confuse, ci sono il colpo di sole e il colpo di calore. Comprendere la differenza tra questi due disturbi è fondamentale non solo per tutelare la salute individuale, ma anche per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, come previsto dal D.Lgs. 81/2008, il Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro.

Colpo di sole: cos’è e come si manifesta

Il colpo di sole è una condizione che si verifica a seguito di un’esposizione diretta e prolungata ai raggi solari, specialmente se la testa non è protetta. L’irraggiamento solare provoca un surriscaldamento del corpo, con particolare concentrazione sul capo, che può causare sintomi come:

  • Mal di testa intenso
  • Rossore della pelle (spesso accompagnato da scottature)
  • Febbre
  • Nausea e vertigini
  • Sensazione di spossatezza

La prevenzione è relativamente semplice: evitare l’esposizione nelle ore più calde, indossare cappelli o protezioni per il capo e utilizzare creme solari.

Colpo di calore: una minaccia anche al chiuso

Diverso, e potenzialmente più grave, è il colpo di calore, che può verificarsi anche in assenza di sole diretto. È causato da temperature ambientali molto elevate, spesso associate ad alto tasso di umidità e scarsa ventilazione. In queste condizioni, l’organismo non riesce a dissipare efficacemente il calore e la temperatura corporea può salire rapidamente, superando anche i 40°C.

I sintomi possono includere:

  • Confusione mentale o disorientamento
  • Sudorazione assente o improvvisamente ridotta
  • Pelle calda e secca
  • Tachicardia
  • Perdita di coscienza nei casi più gravi

Il rischio disidratazione

Entrambe le condizioni sono spesso accompagnate da disidratazione, dovuta alla perdita eccessiva di liquidi e sali minerali attraverso la sudorazione. Segni tipici della disidratazione includono:

  • Sete intensa
  • Crampi muscolari
  • Debolezza
  • Palpitazioni
  • Abbassamento della pressione arteriosa

Il ruolo della sicurezza sul lavoro: cosa dice il D.Lgs. 81/08

Il D.Lgs. 81/08, all’art. 15 e 18, impone al datore di lavoro l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, inclusi i rischi derivanti da fattori microclimatici sfavorevoli, come l’eccessivo caldo.

In particolare:

  • È necessario valutare il rischio da stress termico nei documenti di valutazione dei rischi (DVR)
  • Vanno adottate misure preventive come pause regolari, fornitura di acqua, ombreggiature nei cantieri all’aperto, uso di abbigliamento adeguato
  • È fondamentale informare e formare i lavoratori sui sintomi e le modalità di intervento in caso di colpo di calore o di sole

L’articolo 28 del Decreto stabilisce che la valutazione dei rischi deve comprendere anche quelli legati a condizioni ambientali particolari, come i rischi legati al microclima nei periodi estivi.

Inoltre, il Titolo IX del D.Lgs. 81/08 (Sostanze pericolose) include una sezione sui rischi fisici, tra cui rientra anche lo stress termico da calore.

Conclusioni

In un contesto climatico sempre più estremo, distinguere tra colpo di sole e colpo di calore diventa cruciale per una corretta prevenzione. Ma oltre alla responsabilità individuale, esiste una responsabilità collettiva, in particolare nei luoghi di lavoro, dove il datore di lavoro è tenuto per legge a prevenire i rischi legati al caldo.

Proteggere la salute dei lavoratori e della popolazione più vulnerabile non è solo una questione di buon senso, ma un preciso obbligo normativo sancito dal D.Lgs. 81/2008.